Allenamento e
tecnica
Le posizioni
fondamentali
La prima posizione, la posizione
di guardia e l’affondo
Nella scherma il gesto atletico ben
eseguito è frutto dell’armonico movimento di tutte le parti del corpo che nel
loro insieme concorrono alla riuscita dell’azione. L’atleta deve essere
considerato sia nel momento in cui compie il gesto tecnico, sia quando è fermo.
La «prima posizione» precede la «posizione di guardia»; in essa è contemplato il
saluto all’avversario, al presidente di giuria ed al pubblico. La «guardia» è la
posizione di partenza dell’incontro, con la quale si inizia ogni azione
dinamica.
Impostazione tecnica della prima posizione
Nella fase che precede l’assalto lo
schermidore assume in pedana la cosiddetta prima posizione: i due atleti si
trovano uno di fronte all’altro, «stando ritti nella persona», con il fioretto
impugnato con una mano e con l’altra che tiene la maschera. Il busto è eretto e
lo sguardo rivolto verso l’avversario.
Arti inferiori, tronco e capo
Per descrivere più dettagliatamente come
gli atleti raggiungono la prima posizione è opportuno immaginarli in posizione
fondamentale in piedi uno di fronte all’altro e ciascuno ad una distanza di 2
metri dal centro della pedana. Da questa posizione i piedi saranno disposti in
modo che l’avampiede destro sia messo in direzione dell’avversario e l’avampiede
sinistro diretto verso il bordo della pedana. Gli assi longitudinali dei piedi
formano, incontrandosi all’altezza di entrambi i calcagni che in questo momento
sono uniti, un angolo di 90°. Le caviglie e le ginocchia sono estese. Il bacino
ed il tronco sono orientati verso sinistra, in modo che il piano frontale del
busto formi un angolo di circa 45° con il piano sagittale. Il tratto cervicale
del rachide viene torto, sul piano trasverso ed attorno al proprio asse
longitudinale, verso destra con un escursione articolare tale da poter osservare
l’avversario in tutti i suoi movimenti.
Arti superiori
Le spalle sono aperte e disposte in
posizione naturale. La spalla destra, come conseguenza degli spostamenti
descritti per il tronco, si troverà rivolta verso l’avversario. L’arto superiore
armato sarà atteggiato in modo che l’impugnatura giunga all’altezza della spina
iliaca antero-superiore sinistra e la punta dell’arma rivolta diagonalmente
verso il basso. L’arto superiore sinistro ha, in questo momento, solo il compito
di tenere la maschera su lato sinistro del petto.
Impostati i due schermidori in prima
posizione l’uno di fronte all’altro, si deve immaginare una linea, la linea
direttrice, che, partendo dal centro del tallone sinistro di uno di essi e
passando per l’asse del suo piede destro, prolungandosi va ad incontrare negli
stessi punti i piedi dell’altro schermidore. Tale linea serve ad indicare il
percorso che, normalmente, dovrebbero seguire i piedi durante la lezione, gli
esercizi o l’assalto.
Impostazione tecnica della posizione di
guardia e dell’affondo
L’atleta che si trova in prima posizione,
dopo aver effettuato «il saluto», passerà alla «posizione di guardia»; questa
dovrà essere comoda per il corpo, al fine di raggiungere più facilmente
l’avversario ed allontanarsene.
Con lo schermidore in guardia, la
superficie del bersaglio da colpire è suddivisa in quattro parti: interna ed
esterna (rispettivamente all’interno ed all’esterno dell’arto superiore armato),
alta e bassa (rispettivamente al di sopra ed al di sotto del piano orizzontale
che passa idealmente dal processo xifoideo dello sterno). Con l’avversario nella
corretta posizione di guardia tutti gli assalti passano alla destra o alla
sinistra del braccio armato e sopra o sotto di esso, pertanto si dice che un
attacco alla destra del braccio entra per la linea esterna, alla sinistra del
braccio per la linea interna, sopra il braccio per la linea alta e sotto il
braccio per la linea bassa.
Arti
inferiori, tronco e capo
I due piedi, partendo dalla prima
posizione, devono essere allontanati tra di loro ad una distanza di circa una
lunghezza e mezzo di piede; questa posizione è raggiunta spostando il piede
destro, lungo la linea direttrice. L’incontro tra il prolungamento degli assi
longitudinali dei piedi forma sempre un angolo di circa 90°. In questa fase le
articolazioni interfalangee dei piedi sono flesse e quelle metatarso-falangee
sono estese, in modo che il tallone sia sollevato dalla pedana di qualche
centimetro. Quest’atteggiamento dei piedi si può definire «grimpante» ed in una
tale posizione è possibile avere una maggior facilità di spostamento lungo tutta
la pedana. Questa posizione è analizzata in una fase statica dell’assalto, ma
sempre di massima tensione muscolare, con la consapevolezza da parte dell’atleta
di dover effettuare nello spazio di brevi istanti numerosi movimenti. Le due
articolazioni talo-crurali sono flesse con risultante azione di «stretch»
bilaterale a carico del tendine calcaneale (tendine d’achille). Lo schermidore è
piegato sulle ginocchia quel tanto che, soggettivamente, basta, per avere una
migliore capacità di spostamento lungo la pedana. Generalmente il ginocchio
anteriore dovrà essere poco più avanti del tallone omolaterale ed il ginocchio
posteriore sopra la punta del piede posto dallo stesso lato. Le anche saranno
tanto più abdotte quanto più sono distanti fra loro i piedi ed il peso del corpo
sarà equamente distribuito, con il centro di gravità posto all’incirca fra i due
piedi. Il tronco ed il capo non modificano l’atteggiamento assunto nella prima
posizione. Lo schermidore mantiene la testa rivolta verso destra, mentre il
tronco rimane orientato verso sinistra.
Gli
arti superiori
Dalla prima posizione l’arma è portata in
linea, con un movimento circolare dal basso verso l’alto; simultaneamente,
l’arto superiore opposto seguendo un movimento simile ma nella direzione
opposta, è disteso all’indietro formando con il braccio armato una linea
parallela alla pedana. L’arto superiore non armato successivamente è flesso a
livello dell’articolazione del gomito per un angolo di circa 90° ed il gomito
stesso sarà portato leggermente più in alto della spalla omolaterale, la mano
corrispondente è flessa, con il pollice all’infuori e le altre dita unite. La
funzione dell’arto superiore non armato è soprattutto di equilibrio nel corso
dell’assalto e di spinta nel movimento di affondo, perciò questa posizione, che
all’apparenza può apparire scomoda, è modificata durante il combattimento in
base alle situazioni che si verificano di volta in volta. Contemporaneamente ai
movimenti sopra descritti dell’arto superiore non armato, il gomito e
l’articolazione scapolo-omerale del braccio armato, vengono rispettivamente
flesso di circa 90° ed addotta fino ad avvicinare la faccia posteriore del
braccio al fianco. Il pugno è centrale rispetto alla linea di offesa, con l’arma
che rappresenta la prosecuzione del braccio. Le spalle restano sempre sullo
stesso piano orizzontale.
Rapporto tra il tronco, gli
arti superiori e gli arti inferiori
Il corretto atteggiamento assunto dalla
parte alta del tronco, fa sì che rimanga relativamente libera da ogni
condizionamento estetico-funzionale la parte bassa del rachide, cioè quella
lombare, la quale risulterà essere la più mobile. La parte alta del tronco,
pertanto, può essere paragonata all’ago di una bilancia montato su di un perno
rappresentato dal tratto lombare del rachide e fatto oscillare da due bracci
rappresentati dagli arti superiori. Nelle fasi dell’incontro in cui è
particolarmente indispensabile mantenere un certo equilibrio, come nelle parate
o nell’affondo, la rappresentazione mentale di quest’immagine può risultare
particolarmente utile.
Gli schermidori in posizione di guardia
iniziano il combattimento e si spostano lungo la pedana mediante i passi avanti
ed i passi indietro, cercando la migliore misura per iniziare un’azione
d’attacco che può essere conclusa con un affondo.
Impostazione tecnica dell’affondo
Partendo
dalla guardia, l’affondo è la posizione nella quale viene a trovarsi il corpo
dello schermidore al termine di un’azione d’offesa tirata a misura di allungo.
La sequenza dei movimenti che portano a termine l’affondo deve essere coordinata
in modo che l’esecuzione del gesto avvenga in un solo istante, senza la minima
discontinuità e soprattutto in perfetta armonia.
Nell’esecuzione dell’affondo è necessario
dare l’assoluta precedenza, rispetto ai movimenti degli arti inferiori, alla
punta dell’arma senza dar luogo a scosse o contrazioni. Alla distensione
dell’arto superiore armato segue un leggero spostamento del busto in avanti,
quindi, senza la minima interruzione, si porta in avanti il piede destro,
ricordando di sollevare prima l’avampiede facendo perno sul tallone. Il piede
destro viene portato in avanti, rasentando la pedana, fino a quando la
contemporanea e completa distensione dell’arto inferiore sinistro lo consente.
Simultaneamente ai movimenti descritti, l’arto superiore non armato si distende
energicamente all’indietro disponendosi parallelo all’arto inferiore
orrispondente. La testa e le spalle durante tutto l’affondo non si muovono,
mantenendosi nello stesso atteggiamento assunto nella posizione di guardia.
Nella posizione di affondo il busto è mantenuto quasi eretto
(leggermente spostato in avanti) ed il ginocchio destro viene a trovarsi in
avanti di qualche centimetro rispetto alla posizione di guardia, l’arto
inferiore sinistro è completamente disteso.
Osservazioni
sull’arto superiore non armato nell’esecuzione dell’affondo
L’arto superiore non armato può apparire
all’occhio inesperto di poca utilità per l’azione schermistica; al contrario
esso ha importanti funzioni di regolazione dell’equilibrio e di coordinazione
con i movimenti dell’arto superiore armato in tutte le fasi dell’incontro in cui
è importante imprimere forza e velocità al gesto tecnico. Di tutto ciò ne
rappresenta un ottimo esempio l’affondo: in questa azione l’arto superiore non
armato deve coordinarsi al meglio con l’arto superiore armato e con gli arti
inferiori nel momento in cui viene tirata la stoccata, per dare forza al gesto e
per mantenere l’equilibrio dello schermidore, il quale senza una compensazione
di questo genere tenderebbe a sbilanciarsi in avanti.
L’arto superiore non armato, nell’affondo, viene energicamente
esteso all’indietro per formare una linea praticamente parallela all’arto
inferiore corrispondente, senza scostarsi dalla linea direttrice. La scelta del
momento per eseguire l’estensione è fondamentale; naturalmente non deve
anticipare il movimento delle gambe, ma non deve nemmeno essere disteso alla
fine dell’affondo. Abbiamo visto che la distensione dell’arto superiore non
armato deve imprimere forza all’affondo ed al tempo stesso mantenere
l’equilibrio dello schermidore, quindi l’inizio e la fine di tale movimento
devono essere in rapporto con l’azione di spinta dell’arto inferiore
corrispondente, il quale imprime velocità all’affondo e genera la perdita di
equilibrio in avanti del corpo dell’atleta.
In pratica l’arto superiore non armato viene completamente esteso a livello
dell’articolazione del gomito ed addotto alla parete laterale del tronco, tutto
ciò controbilancia sia la tendenza del tronco a flettersi in avanti, sia lo
spostamento del baricentro nello stesso senso (spostamento dovuto al movimento
che porta la gamba destra in avanti e la punta dell’arma a contatto
dell’avversario); inoltre l’energica contrazione soprattutto dei muscoli grande
pettorale e grande dentato anteriore, ma anche dei muscoli del cingolo
scapolare, stabilizza ed irrigidisce, per quanto è necessario, il tronco.
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